Nome Popolare: Tarassaco, Dente di leone, Soffione, Piscialletto, Ingrassaporci, Cicoria
selvatica.
Nome
Scientifico: Taraxacum
Descrizione: Le foglie presentano
una evidente dentellatura piuttosto distanziata. I fiori sono giallo intenso,
con petali molto fitti, comuni a tutte le composite, su stelo molto lungo. Una
caratteristica di questa pianta è che tutte le sue parti, una volta rotte,
espellono un abbondante lattice biancastro.
Habitat: All'Elba il Tarassaco si trova un po' ovunque, e spesso è
difficile distinguere i suoi fiori gialli dalle altre composite. All'Elba la
pianta si può trovare durante tutto l'anno.
Utilizzi terapeutici:
Il decotto di radici viene applicato localmente nel trattamento dell'eczema.
Sempre con la radice si curano le affezioni epatobiliari e sono usate anche come
lassativo e depurativo.
Utilizzo
in Cucina: Le foglie crude in insalata,
quelle più coriacee, cotte; i fiori in insalata o fritti in pastella.
Ricetta - Frittelle ai fiori di Tarassaco: Ingredienti : 20 fiori di Tarassaco raccolti con 5-6 cm di gambo, 150 g di farina
integrale di grano tenero, mezzo cucchiaino di sale, una bottiglietta di birra
chiara, 2 cucchiai di semi di sesamo, un pezzetto di zenzero fresco, 2 cucchiai
di salsa di soia, olio per friggere (di oliva, di arachide o di sesamo).
Preparazione : In una terrina mettere la farina, i semi di sesamo ed
il sale, mescolare, aggiungere la birra poco per volta mescolando energicamente,
fino a formare una pastella liscia e semifluida. Pelare e grattugiare lo
zenzero, raccogliere la polpa nel cavo della mano e strizzarla forte per
estrarre il succo; raccogliere il succo di zenzero in una scodella e mescolarlo
con la salsa di soia. Mettere al fuoco una casseruola con olio in quantità
sufficiente per farci galleggiare dentro le frittelle. Quando l'olio è caldo,
prendere un fiore dallo stelo rimasto, immergerlo nella pastella, rigirandolo
per ricoprirlo bene; lasciar sgocciolare la pastella in eccesso e gettarlo
nell'olio. Procedere nello stesso modo con gli altri fiori, friggendoli pochi
per volta. Quando sono ben dorati, sgocciolarli e posarli su carta da cucina per
assorbire l'olio in eccesso. Servire i fiori passando a parte la salsina allo
zenzero: ogni commensale intingerà il fiore nella salsa prima di mangiarlo.
Curiosità:
Un tempo le piantine di Tarassaco, prima lessate, poi tostate e macinate,
sostituivano il caffè, come la cicoria. All'Elba, durante la seconda guerra
mondiale, la "polvere" del Tarassaco e della cicoria veniva mescolata ai
pochissimi grammi di caffè che ogni famiglia poteva prendere con una tessera.
Altro che LAVAZZA!!!!!!!!!! Sembra che il Tarassaco fosse apprezzato come
medicinale anche prima del XV secolo; infatti la scuola di Salerno nel Medioevo
sembra riferirsi al Tarassaco in un testo in cui viene descritta una pianticella
denominata "Coqu"; ma si tratta di un riferimento non chiaro. Solo nel XV secolo
fu scoperta la funzione diuretica del Tarassaco; e, nel XVI secolo, quella di
cicatrizzante.
Luogo e data di raccolta :
Capo Stella 11/10/2001
A cura di
Sara Fiandanese e Clelia Mazzucchiello
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