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Erbario Piante e fiori dell'Isola d'Elba

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Cocomero Asinino (Ecbāllium Elatčrium)


Nome Popolare: Cocomero Asinino

Nome Scientifico: Ecbāllium Elatčrium

Descrizione: Questa pianticella ha fusti carnosetti e ramosi adagiati sul suolo e poi ascendenti, che possono diventare lunghi anche qualche metro. L'intera pianta, perenne ed erbacea, č ricoperta da peli abbastanza rigidi che conferiscono a questa specie un aspetto piuttosto scontroso. Le foglie, spesse, hanno forma quasi triangolare, ondulate al margine che si presenta anche crenato-drenato. I fiori si formano all'ascella delle foglie, nella stagione primaverile-estiva e sono sessuati: quelli maschili sono portati in piccoli racemi e quelli femminili sono saldati ai rami. Il loro colore č giallo. Il frutto č una piccola bacca pelosa che ricorda, in miniatura, la forma di un melone. Esternamente si presenta ricoperta di numerosi peletti piuttosto ispidi; all'interno si trovano piccoli semi di colore bruno, con una polpa che, mano a mano che la maturazione progredisce, fa aumentare la pressione fino a che si ha un'esplosione con fuoriuscita e proiezione a qualche metro di distanza dei piccoli semi.

Habitat: Spesso si trova sulle scarpate a mare del territorio elbano.

Utilizzi Terapeutici: La pianta č stata utilizzata in passato anche per uso interno ma, in considerazione dell'elevata tossicitā, da tempo questo tipo di utilizzo č stato abbandonato. Per uso esterno la pianta viene utilizzata per trattare alcune malattie della pelle. All'Elba in passato č stata utilizzata anche contro la scabbia.

Curiositā: Questa pianta č tipica dei paesi mediterranei ed č stata usata dagli Egizi, dai Greci e dai Romani come purgante drastico. Per uso interno ed esterno, questa cucurbitacea presenta pericoli: pare che un certo dr. Dikson nel 1888, per essersi messo in testa, sotto il cappello, un rametto fresco di Cocomero Asinino, sia stato colpito da una forte emicrania e da una colica con diarrea per un'intera giornata; eppure non ne aveva ingerito neppure una piccola particella.

Data e luogo di raccolta : 04/04/2002 a Capoliveri

A cura di : Serena Paolini e Francesca Argenti